lunedì 6 giugno 2011

Cessioni, panchina e società: ecco i nodi di Corioni

Tu chiamale, se vuoi, priorità. Gino Corioni non ha dubbi sulle sue, che coincidono con quelle del Brescia: primo, vendere bene uno o più pezzi pregiati; secondo, trovare risorse per una nuova compagine societaria; terzo, scegliere l'allenatore e impostare il mercato. Il fatto che manchi poco più di un mese all'inizio della stagione 2011-2012 non rende più urgente l'ultimo punto agli occhi del presidente, che si è stancato di sobbarcarsi la gestione familiare avviata ormai vent'anni fa almeno quanto i tifosi sono stanchi di salire e scendere sull'ascensore. Corioni vuole una società più forte, i tifosi idem. E in questo amaro centenario del club il presidente per primo assicura, in pubblico e in privato, di prendere in considerazione fra le ipotesi anche quella di un Brescia senza Corioni. Dunque, al primo punto ci sono le cessioni. Di questo, soprattutto, Gino Corioni ha parlato a cena l'altra sera con Mircea Lucescu, ex allenatore e oggi timoniere dello Shakhtar Donetsk. L'amico di vecchia data che nel 2004 gli comprò a peso d'oro Francelino Matuzalem e che adesso potrebbe ripetersi con Alessandro Diamanti. «Un giocatore che mi interessa da tempo - ha ammesso Lucescu -. Lo seguo da un anno. Diamanti può lasciare il Brescia, che proverà a tornare in A con una rosa ringiovanita». E a proposito di giovani, a Lucescu piace pure Panagiotis Kone, jolly greco dell'87. Disposto ad emigrare come Diamanti, già seguito dalla Dinamo Kiev e dal Villarreal. A CORIONI potrebbe far gioco anche trovare un acquirente per Eder. Un anno fa lo prese in prestito oneroso dall'Empoli per 1,8 milioni, con il patto di potersi aggiudicare la comproprietà a fine stagione aggiungendo 2,8 milioni; soluzione plausibile, se il Brescia avesse le spalle coperte da una società realmente interessata al brasiliano (Sampdoria? Napoli? Shakhtar?). Il secondo punto è cruciale per Corioni, da mesi impegnato sul fronte societario: «Ho conferito il mandato a vendere a uno studio milanese quasi un anno fa - ricorda il presidente -. Martedì potrei ritirarlo, o aspettare. Finora non ho visto nessuno, ma la speranza che qualcosa succeda c'è sempre». Come i contatti con gli imprenditori interessati al Brescia. Se la cordata dei 4 industriali ipotizzata un mese fa (Bonometti-Lonati-Niboli-Pasini) non si materializzerà, Corioni cercherà comunque nuovi alleati. Rinforzando il legame con il vice presidente Luca Saleri, suo partner finanziario dal 2007. E affidandosi, magari, alla consulenza di manager quali Ugo Calzoni e Fausto Lechi. AL TERZO PUNTO c'è l'allenatore. Al Brescia, non è un mistero, piace Leonardo Menichini, che ieri era a Pistoia per le finali-scudetto Primavera (dove ha parlato con il direttore sportivo del Lumezzane Luca Nember, pure sul taccuino biancazzurro), questa mattina ha preso il volo per la Calabria e oggi pomeriggio incontrerà la dirigenza del Crotone. Se troverà l'accordo, firmerà un biennale e manterrà la guida della formazione che ha condotto alla salvezza in B. Altrimenti, tornerà a Brescia (dove è stato vice di Mazzone dal 2000 al 2003) e tratterà con Corioni per diventare l'allenatore del nuovo corso biancazzurro. Le alternative? Incassati i «no» di Montella e Torrente, con Razvan Lucescu destinato (salvo sorprese) al Rapid Bucarest, restano percorribili le piste che portano a due tecnici sotto la lente da tempo: Franco Lerda e Massimo Ficcadenti. Sempre che non torni di moda la soluzione interna.

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